CittàNotoCosa vedere a Noto

Scopri cosa vedere nel centro storico di Noto: La cattedrale, Palazzo Castelluccio, Teatro Tina Di Lorenzo, Palazzo Nicolaci

 

La Cattedrale di San Niccolò

 

La Cattedrale di San Niccolò è la massima espressione del barocco Siciliano nonché il luogo di culto principale della città di Noto, l’inizio della costruzione risale al 1694 nel nuovo sito urbano di Noto a 8km da quello originario (definito ormai “Noto Antica”) raso al suolo dall’evento sismico del 1693 che distrusse gran parte della Sicilia orientale. 

La cattedrale venne inaugurata al culto nel 1703, tuttavia fu oggetto di numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli che modificarono l’aspetto fino a quello attuale che può datarsi alla fine del XIX Secolo, con la costruzione della nuova cupola ad opera del netino Cassone.

La struttura della chiesa è a tre navate con la cupola sopra l’altare maggiore, la facciata è della tipologia “con le due torri laterali”, quasi sicuramente di ispirazione francese ( per via dei caratteri comuni con la parrocchiale di Versailles e la chiesa di Saint Roch a Parigi), frutto delle grandi modifiche apportate dall’architetto Sinatra al lavoro incompiuto di Antonio Gagliardi.

I primi interventi di restauro, sia stilistico che strutturale, risalgono alla metà del secolo scorso, come la decorazione a tempera delle volte o il trompe -l’oeil delle strutture verticali, ma soprattutto il rifacimento del tetto che vide la sostituzione dell’originaria copertura a falde (con struttura in legno) della navata centrale con un solaio cementizio decisamente più pesante; proprio al nuovo solaio è da attribuirsi il crollo della navata centrale e di destra del 13 Febbraio 1996.

I pilastri della navata centrale presentavano già un difetto costruttivo, costruiti con la tecnica “A sacco” ( tecnica che prevedeva il riempimento delle colonne cave con sabbia e conci squadrati per far si che venissero attutite le onde sismiche) in cui però vennero usati sassi di fiume anziché i conci, la sostituzione del leggero solaio in legno con quello cementizio gravò molto sulle colonne che, anche a causa di un forte maltempo che portò copiose e durature precipitazioni , non furono più in grado di sostenerne il peso. Iniziò quindi un effetto domino partendo dal primo pilastro di destra , sostegno della cupola che rovinò al suo lasciando fortunatamente in piedi una piccola parte del tamburo e la navata di sinistra, dove era custodita l’arca argentea del Patrono San Corrado.

Nel 2000, ebbe inizio il lungo e attento restauro che si concluse a metà del 2007, la ricostruzione fu volta a ripristinare le navate con le tecniche antiche, ovvero utilizzando i conci squadrati in pietra calcarea senza utilizzo alcuno del calcestruzzo; venne ricostruita la copertura antecedente al 1950 con capriate in legno e manto in coppi siciliani, anche le volte vennero fatte con la tradizionale tecnica dell’incannucciato e gesso; l’innovazione tecnica del sapiente restauro conservativo risiede nella scelta di materiali leggeri ma resistenti come la fibra di carbonio, per migliorare la resistenza ai forti terremoti.

Il rifacimento delle decorazioni interne quali gli affreschi delle volte e delle navate, delle finestre e delle statue delle nicchie è frutto dell’opera di grandi artisti contemporanei nazionali ed internazionali come Oleg Supereko (pittore russo a cui furono commissionati gli affreschi) o l’artista Francesco Mori che realizzò le vetrate dele tamburo.

 

Palazzo Di Lorenzo del Castelluccio

 

Il Palazzo Di Lorenzo del Castelluccio è il primo palazzo in stile neoclassico della città barocca di Noto, costruito alla fine del XVIII secolo per volere del Marchese Niccolò di Lorenzo e sua moglie, Agata Battaglia. L’intento della coppia era quello di spiccare nel contesto urbano, da qui la scelta di optare verso lo stile neoclassico, molto in voga in quel periodo e differente dal carico stile barocco anima della città.

L’accesso al palazzo, molto simile ai palazzi romani, da sulla corte principali, con bassorilievi in pietra Noto, l’accesso al piano nobile è dato da due scalinate simmetriche decorate con due Palme (simbolo di ricchezza), la superficie del palazzo è di 5000 mq distribuiti in 105 stanze, la residenza è da considerarsi una delle più grandi e importanti del Val di Noto

La struttura è su più livelli e suddivisa per aree, da quelle riservate alle famiglie nobiliari agli alloggi dei domestici e le stalle fino a giungere al piano nobile, la parte di rappresentanza, una successione di squisiti salotti decorati con splendidi affreschi neoclassici.

Il Palazzo, dalla sua costruzione fino al XIX secolo, ha ospitato le maggiori e più influenti famiglie nobiliari siciliane che condivisero la residenza con la Famiglia i Di Lorenzo del Castelluccio.

Dopo la morte dell’ultimo marchese nel 1981, il palazzo fu ereditato dall’Ordine dei Cavalieri di Malta, là inizio il periodo di silenzio ed abbandono, i preziosi arredi vennero venduti, e la residenza, un tempo viva e sfarzosa, si trovò denudata e dimenticata, con solo gli affreschi e le maioliche a ricordarne il fascino passato, e così fu per oltre 30 anni, fino a quando un imprenditore francese lo vide, rimanendone profondamente colpito, soprattutto dalle scale simmetriche e le due palme centenarie della corte, decise di comprarlo, con l’intento di riportarlo il lustro passato; sfortunatamente non vi era alcuna testimonianza su come fossero gli arredi originari, nonostante ciò si decise di creare un arredamento coerente, di raccontare la storia di un immaginario gentiluomo illuminato del XVII Secolo, Il Gattopardo di Luchino Visconti fu fonte d’ispirazione del progetto. Dopo il sapiente e attento restauro del palazzo, il nuovo proprietario riempì le stanze e le sale con con arredi, suppellettili, quadri e incisioni tutti provenienti dal Sud italiano, persino un ritratto del Ferdinando di Borbone, Re delle due Sicilie, a testimonianza del profondo legame tra la corona spagnola e la città netina.

Nel 2018 il palazzo diventa fruibile al pubblico, diventando uno dei luoghi di maggiore interesse della città.

 

Teatro Tina Di Lorenzo

 

Il Teatro Tina di Lorenzo, originariamente intitolato a Vittorio Emanuele III, è il più recente dei principali monumenti di Noto, nato per volere dell’allora sindaco di Noto Cav. Di Lorenzo, nonché per far fronte alla sempre maggiore richiesta dei cittadini del nuovo capoluogo di provincia che contribuirono a finanziarne i lavori (anche se la maggior parte dei fondi fu stanziata dalla famiglia Di Lorenzo) nella seconda metà del XIX secolo; Il teatro fu inaugurato nel 1870.

La progettazione e costruzione fu affidata alle figure professionali più importanti del periodo come Fortunato Queirau che sovrintendette ai lavori o il pittore Santi Ferrara di Messina che ne eseguì la doratura.

Dalla sua apertura, il teatro vide esibirsi artisti di grande levatura come Tina Di Lorenzo, Eleanore Duse e Pierantonio Tasca e tutt’oggi continua a presentare un’offerta teatrale che non ha nulla da invidiare ai migliori contenitori culturali d’Italia.

 

Palazzo Nicolaci

 

Il Palazzo Nicolaci dei principi di Villadorata è uno dei palazzi e dei monumenti più simbolici della città di Noto, emblema dell’opulenza e della ricchezza che la città conobbe durante il regno Borbonico.

La costruzione del palazzo risale ai primi anni del 1700 e richiedette più di 65 anni per il suo completamento, l’elemento più importante e caratterizzante è dato dalle stupende balconate ricurve le cui mensole, con le sue sirene, sfingi ed ippogrifi, sapientemente scolpite dai migliori artigiani del tempo, vengono annoverate nei libri di storia dell’arte come uno squisito esempio di arte barocca.

All’interno si giunge al piano nobile tramite una scalinata in stile neoclassico, inizia una successione di saloni affrescati ognuno con un tema diverso come la Sala Del Tè in stile orientale o il Salone delle Feste affrescato con la tecnica del “Trompe d’oeil”simulando una balaustra sovrastata da colonne nelle pareti laterali e con una sorta di calendario con al centro un’allegoria del carro di Apollo che insegue l’Aurora nel soffitto.

Da quasi 40 anni la via del Palazzo Nicolaci funge da cornice per uno dei festival principali della città l’Infiorata, dove vengono realizzati nella strada sedici grandi quadri con petali di fiori e vari materiali rigorosamente organici, il tema viene ogni anno deciso dall’amministrazione comunale.

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